Ritrovato il relitto dell'incrociatore "Giovanni dalle Bande Nere"
Mar Tirreno, 11 miglia a sud di Stromboli, 1 Aprile 1942, ore 9 del mattino. Sul ponte dell'incrociatore leggero della Regia Marina "Giovanni dalle Bande Nere" (classe "Condottieri") è tutto tranquillo. Il vento soffia leggero, facendo sventolare appena la bandiera, issata sul pennone di poppa. All'improvviso qualcuno urla: "Siluro a dritta!" Non c'è nemmeno il tempo di voltarsi a guardare: un'enorme esplosione scuote l'intera nave. In breve, il battello è raggiunto da un secondo ordigno. Lo scoppio è così forte da spezzare in due lo scafo. Il tempo per fuggire manca. Dopo pochi minuti, il "Bande Nere", portandosi dietro 381 uomini, scompare tra le acque blu del Mediterraneo senza lasciare tracce. Ma, paradossalmente, non finisce qui.
9 Marzo 2019, ore 10:30 circa. Il cacciamine "Vieste" della Marina Militare Italiana (foto a destra) sta effettuando delle verifiche tecniche ed attività di sorveglianza fondali, per puro caso, a circa 11 miglia a sud di Stromboli. Il ROV usato per la ricognizione in profondità scende lentamente, con i riflettori e la videocamera accesi. Raggiunto il fondale, che nella zona si trova ad una quota compresa tra 1460 e 1730 metri, qualcosa cattura l'attenzione dell'operatore: c'è una grossa sagoma, biancastra per la luce dei fari, che emerge dall'oscurità degli abissi. Il mezzo si avvicina. Ed è qui che avviene la magia: il corpo prende forma e, d'un tratto, appare una corona. Una corona, bella, realizzata nei minimi dettagli e, soprattutto, conservata alla perfezione. Il comandante del cacciamine viene informato. In pochi minuti, Roma conferma, dopo alcune verifiche, che non possono esserci dubbi: il "Vieste" ha trovato, dopo 77 anni, il relitto del "Bande Nere".
L'incrociatore (foto a sinistra) era stato affondato, durante un trasferimento da Messina a La Spezia, dal sommergibile britannico HMS "Urge". Si salvarono poco più di 100 membri dell'equipaggio. Ora, come da prassi, l'area sarà segnalata come zona sacra, essendo non solo la tomba della nave in sè, ma anche e soprattutto degli uomini che essa portò negli abissi. Fortunatamente, vista la profondità di ritrovamento, il "Giovanni dalle Bande Nere" (varato nel 1930) non dovrà avere paura dello sciacallaggio, pratica abbietta ma molto diffusa per i relitti raggiungibili dai sub. Potrà riposare eternamente in quel mare in cui operò, guadagnandosi il rispetto di nemici ed alleati per il suo operato impeccabile, nonostante i problemi sofferti all'epoca dalla nostra Marina. Onore all'incrociatore "Bande Nere", "Folgore di guerra" (motto dell'unità navale)!
Video del ritrovamento (pubblicato dalla Marina Militare): https://www.facebook.com/MarinaMilitareOfficialPage/videos/2300930336795816/
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